I mondi di Primo Levi. Una strenua chiarezza.
Seguire le parole e i racconti di Primo Levi, chimico e scrittore, testimone e inventore, significa fare diverse volte, e in diversi modi, il giro del mondo.
Diventato narratore per un intimo impulso dopo essere precipitato in uno degli abissi della storia, Auschwitz, Levi ha poi usato il suo italiano limpido e ammaliante per narrare altri universi di cui pure e in altro modo fu testimone privilegiato. Ha ricostruito le avventure dell’operaio montatore Tino Faussone, da Torino agli estremi della terra. Si è cimentato con l’arte della finzione, dalla fantascienza al romanzo. E ha emulato la natura stessa per ricostruire in una serie di racconti la tavola degli elementi, fino a seguire le traversie, nel tempo e nello spazio, del germe della vita: un atomo di carbonio.
Il senso di una mostra su Primo Levi non sta nel raccontare con altre parole quello che il grande scrittore ha saputo così bene narrare con le sue. Sta nel mettere insieme linguaggi diversi (opere artistiche e video, documenti e ancora parole, incluse quelle pronunciate dalla sua stessa voce) per condurre il visitatore a incontrare man mano i tanti mondi di Levi, scoprendo così la coerenza che lega insieme avventure letterarie apparentemente distanti l’una dall’altra: i toni duri ma sempre pacati della testimonianza dell’orrore, quelli quasi mozartiani del viaggio nella materia, fino all’umorismo di altre narrazioni.
La mostra conduce prima il visitatore nell’infinitamente piccolo dell’atomo di carbonio, accompagnato da un’interpretazione personalissima d’artista, per poi precipitarlo nel viaggio agli inferi di Auschwitz, guidato dalle parole di Levi, ma anche da una documentazione storica sull’universo concentrazionario e su come è diventato un tema chiave nella coscienza dell’umanità. Poi c’è la chimica: quella narrata, personale e fantastica, del Sistema periodico, e quella vissuta in una vita di professionista innamorato del suo lavoro. E poi ancora altri aspetti del vivere e del produrre, di cui Levi era appassionato e curioso: i lavori di operai con cui sapeva condividere conversazioni ed esperienze, le forme di bricolage di mani e materiali tra arte e sperimentazione. Solo alla fine, come i titoli di coda di un film, l’esposizione cronologica della biografia ricongiunge nelle tappe di una vita i tanti mondi attraversati dalla mostra.